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venerdì 17 maggio 2013

5.000 euro per una vettura elettrica Made in Germany


Arriverà nel 2014 la vettura elettrica sviluppata dal consorzio StreetScooter di Aquisgrana, in Germania, il cui prezzo di listino si aggirerà intorno ai 5.000 euro (al cui costo si dovrà sommare il noleggio delle batterie), grazie al crowd-sourcing, un modello di business che coinvolge oltre 50 aziende nel progetto.

 
La piccola StreetScooter elettrica Made in Germany da 5mila euro.
L'Amministratore Delegato di StreetScooter, Achim Kamper, è anche professore di Ingegneria della Produzione al rinomato Politecnico RWTH della città della Renania Settentrionale-Vestfalia. Ed è proprio all'interno dell'università che è nata l'idea di sviluppare la vettura compatta, che verrà assemblata in una fabbrica dismessa dall'azienda Bombardier, colosso dell'industria ferroviaria e dell'aviazione.

venerdì 21 dicembre 2012

Fiat: oltre un miliardo a Melfi per produrre mini-SUV Jeep e Fiat 500X

Fiat annuncia un investimento superiore ad un miliardo di euro per lo stabilimento di Melfi, in Basilicata, dove verranno prodotte il nuovo mini-SUV Jeep e la Fiat 500X, due sub-compatte che entrano in un segmento in crescita.

Fotografia Fiat 500X SUV compatto prodotto a Melfi
Fiat 500X: il SUV compatto che verrà prodotto a Melfi, grazie all'investimento di oltre un miliardo di euro

L'annuncio, che vuole segnare una ripartenza dei rapporti Fiat-Italia (rapporti che si erano un po' incrinati in seguito alla vicenda Fabbrica Italia),è stato fatto allo stabilimento in provincia di Potenza, vi ha partecipato anche il premier Mario Monti, accolto dall'applauso degli operai della fabbrica lucana (sono 5.500 i dipendenti del complesso produttivo, nato nel 1991 e che ha sfornato oltre 5 milioni di auto in oltre vent'anni di attività). "Il nostro è un piano coraggioso, non per deboli di cuore." ha detto l'AD della Fiat Sergio Marchionne, parlando a Melfi. "Sarà l'unico stabilimento al mondo a produrre il piccolo SUV Jeep". Oltre a ciò, Marchionne ha dichiarato che quello di Melfi è il primo di una serie di investimenti, che – ci tiene a dire – verranno portati a termine senza aiuti pubblici.

Contrariamente a quanto precedentemente previsto la piccola Jeep sarà la prima auto novià ad uscire da Melfi, seguita dal SUV compatto 500X.

Oltre alla baby SUV Jeep e alla Fiat 500X, a Melfi verrà prodotto un terzo modello d'auto (la flessibilità della fabbrica potrebbe prevederne anche un quarto), che fino al 2015 dovrebbe rimanere l'attuale Fiat Punto 2012, che poi verrebbe sostituita dalla nuova Punto, il cui sviluppo è al momento congelato.

Lo stabilimento è tarato su una capacità di 1.600 veicoli prodotti al giorno, ovvero – se si dovesse applicare il regime di 3 turni su 6 giorni come nell'impianto produttivo Fiat di Pomigliano d'Arco (dove viene prodotta la nuova Fiat Panda) – circa 450.000 vetture all'anno.

Marchionne e Monti, annuncio investimento un miliardo
Marchionne e Monti, insieme a Melfi
Le due auto novità verranno introdotte a cavallo fra il 2014 ed il 2015, si collocano in un segmento – quello della sub-compatte o SUV piccoli – che ha già visto il successo di diversi modelli, a partire da quello della Nissan Qashqai (ad ottobre il SUV giapponese prodotto in UK era ancora in cimaalle classifiche di vendita auto europee, a sei anni dal lancio), della Hyundai ix35, e – più recentemente – della Opel Mokka, venduta in 60.000 esemplari in pochi giorni.

Una buona notizia, invece della fine del mondo: non male, eh?

giovedì 8 novembre 2012

Industria automobilistica tedesca: metà dell'Europa è sua

La percentuale delle vetture prodotte da aziende tedesche (ovvero con base in Germania) sul totale vendite auto in Europa è del 50%, secondo il presidente dell'Associazione dell'industria automobilistica tedesca (VDA), Matthias Wissmann, che ha rilasciato un'intervista al quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung). Questo riguarda – ovviamente – anche tutte le auto prodotte al di fuori della Germania, in Paesi come la Spagna, la Repubblica Ceca oppure la Slovacchia.

La Volkswagen Golf VII è il simbolo dello strapotere tedescon nel mondo dell'auto, settima versione della regina indiscussa delle vendite in Europa
A livello mondiale, il peso delle vetture Made in Germany è del 20% - una vettura su cinque -, ma se ci si limita all'analisi delle vetture premium, la quota raggiunge la strabiliante quota dell'80%.

La delocalizzazione (soprattutto nei Paesi dell'Est Europa) è un fenomeno in crescita, che però non presenta un rischio per l'industria locale tedesca, i cui livelli di occupazione vengono definiti “stabili” da Wissman. Anzi, nel 2012 le maestranze sono aumentate di 22.000 unità, portando il numero degli occupati a quota 744.000.

Qualcuno potrebbe chiedersi come mai un Paese come l'Italia, con l'eccellenza produttiva confermata dal premio ricevuto da Fiat per lo stabilimento di Pomigliano (assegnato da un ente tedesco), con l'abilità di costruire vetture che primeggiano in Formula 1 e sui mercati mondiali per appeal e immagine (guardare la nuova Maserati Quattroporte per credere), i risultati sembrano essere totalmente differenti.

La risposta molto probabilmente è una sola: i tedeschi, che siano BMW, Volkswagen, Porsche o Mercedes-Benz ci hanno messo un sacco di tempo a raggiungere questi obiettivi, attraverso una strategia a lungo termine, condivisa da sindacati e politici.

In Italia il piano industriale presentato da Marchionne alla fine dello scorso mese (e le cui linee guida trovano diverse similitudini con quanto perseguito dall'industria auto tedesca) ha raccolto, come spesso accade, per lo più un'ondata di critiche. La delocalizzazione che il CEO di Fiat e Chrysler ritiene vitale per lo sviluppo del Gruppo Fiat-Chrysler provoca lo sdegno dell'opinione pubblica (così come ha provocato una sciocca reazione anche da parte dell'ex candidato alla Casa Bianca, Mitt Romney).

Probabilmente in Italia ci vuole più condivisione delle responsabilità, ci vogliono meno polemiche, ma soprattutto c'è bisogno di molta, molta più pazienza.

mercoledì 7 novembre 2012

Pomigliano d'Arco: un premio per il nuovo stabilimento di Fiat Panda

Non sempre accade che i tedeschi premino gli italiani, soprattutto per quanto riguarda il mondo automotive, ma è successo così con il premio Automotive Lean Production 2012 nella categoria OEM (Original Equipment Manufacturer), riconoscimento guadagnato dallo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco, dove viene assemblata la nuova Fiat Panda.


È infatti il periodico tedesco Automobil Produktion - in collaborazione con la società di consulenza Agamus Consult – ad analizzare i 700 siti produttivi partecipanti, suddivisi su 15 Paesi europei (inclusi Germania, Francia, ovviamente Italia, Spagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo), sulla base della Lean Production (termine inglese che in italiano viene tradotto con produzione snella).


Il premio, consegnato nel corso della cerimonia tenutasi al Centro Congressi di Lipsia al responsabile dell'impianto Sebastiano Garofalo, è uno dei più importanti a livello europeo e riconosce l'eccellenza dello stabilimento dove viene prodotta quella che è già diventata la vettura leader del mercato italiano.

Si tratta di “un riconoscimento importante” - ha commentato Stefan Ketter, Chief Manufacturing Officer di Fiat S.p.A. - “che rende merito a tutte le donne e gli uomini che lavorano a Pomigliano”.

Mediante il World Class Manufacturing” - sistema produttivo in uso negli impianti Fiat e Chrysler - “sono stati adottati allo stabilimento “Giambattista Vico” di Pomigliano (in provincia di Napoli) i più avanzati e moderni standard di produzione, a loro volta divenuti modello per gli altri impianti industriali del Gruppo.”


giovedì 1 novembre 2012

Marchionne a Romney: “sei inaccurato”

La battaglia per la Casa Bianca si combatte anche sul settore auto: secondo un articolo riportato da IndustryWeek.com, il CEO del Gruppo Chrysler (e di Fiat Group Automobiles) Sergio Marchionne si è unito ad un coro di critiche nei confronti delle dichiarazioni del candidato presidente USA Mitt Romney, secondo il quale Jeep starebbe spostando posti di lavoro dagli Stati Uniti alla Cina, come risultato delle politiche attuate da Barack Obama, attuale presidente.


Il partito repubblicano ha creato un video (lo puoi vedere sul nostro canale YouTube), nel quale una voce fuoricampo informa che Barack Obama ha vendutoChrysler agli italiani, che produrranno Jeep in Cina”e lo stesso Mitt Romney ha spiegato ai propri supporters in Ohio (dove si trova lo stabilimento Jeep di Toledo e dove un posto di lavoro su otto è legato all'industria dell'auto) che Jeep sposterà l'intera produzione nel mercato orientale.


Mitt Romney può fare meglio, è il messaggio finale del video che inizia con la domanda “Who will do more for the auto industry” (“Chi farà di più per l'industria dell'auto”), nel quale si ricorda anche che lo storico dirigente della Chrysler Lee Iacocca (protagonista del bailout del 1979) e il giornale Detroit News appoggiano la candidatura Romney per la Casa Bianca. Il video non ha passato bene il Pinocchio test del Washington Post.

Marchionne ha risposto che il fatto che Jeep si trovi nella posizione di produrre in Cina è una segnale di forza del marchio ed è dovuto alla necessità di produrre localmente nei mercati emergenti (è quello cinese è il primo mercato al mondo per vendita auto), e che la produzione Jeep negli Stati Uniti è triplicata da quando è sotto il controllo Fiat, aggiungendo 11.200 posti di lavoro.

Il presidente Obama è andato meno per il sottile, dicendo che Romney “[Mitt Romney] aveva torto allora... ed è disonesto ora”, ricordando lo slogan sbandierato all'epoca da Romney: “let Detroit go bankrupt” (“lasciamo che [l'industria automobilistica di] Detroit vada in fallimento).

GM e Chrysler – aziende protagoniste del bailout promosso da Obama – hanno contabilizzato profitti record nei primi tre trimestri del 2012 (Chrysler ha migliorato dell'80% i propri guadagni, passando da 212 milioni di dollari a $381m).