giovedì 27 ottobre 2011

Fiat senza Marchionne: dove sarebbe oggi?

Sergio Marchionne e il futuro di Fiat
A che punto sarebbe oggi il Fiat, se Sergio Marchionne non avesse preso le redini del gruppo produttore di automobili, nel lontano 2004?

Se lo è chiesto AutoNews.com, in un articolo pubblicato da Luca Ciferri (clicca qui per il post originale), basandosi anche su quanto scritto da Giuseppe Volpato, preside della Facoltà di Economia all'Università Cà Foscari di Venezia, ed autore di diversi libri sull'argomento auto (e in particolare su Fiat, fra i quali l'ultimo Fiat Group Automobiles. Un'araba fenice nell'industria automobilistica internazionale).

Analogamente a quanto accade nel caso degli allenatori della nazionale, in Italia c'è una sessantina di milioni di persone che “saprebbero fare un lavoro migliore” al posto di Marchionne (è questo il paragone fatto da AutoNews), ecco perché l'operato dell'amministratore delegato di Fiat viene criticato così duramente, in Italia.

Ma alla domanda “Dove sarebbe oggi Fiat se non avesse incontrato Sergio Marchionne sulla sua strada?”, molto probabilmente la risposta corretta è “sarebbe chiusa”. O magari si sarebbe salvato il marchio Alfa Romeo, da molti (fra cui Volkswagen) ambito.

Volpato ricorda che nel giugno 2004 sembrava poco probabile che la divisione auto del gruppo si fosse potuta salvare, l'idea più ricorrente era quella di costringere General Motors a rilevare Fiat Auto. Il produttore americano aveva già acquistato il 20% di Fiat Auto per $2,4 miliardi (nel marzo 2000) e – contrattualmente – si trovava nell'obbligo di acquistare il rimanente 80%. Una strada che molto probabilmente avrebbe portato alla chiusura, o quanto meno ad una posizione di secondo piano nel mondo dell'auto.

Oggi, invece, Fiat è viva e vegeta, possiede Chrysler, ha un fatturato complessivo pari a €58 miliardi e un utile netto di €1,7 miliardi.

Nuova Lancia Thema
Lancia Thema: figlia delle sinergie con Chrysler
Senza contare il fatto che finalmente il gruppo Fiat – grazie alla tecnologia Chrysler – sembra in grado di competere in segmenti finora off-limits per il gruppo italiano (consideriamo le prime positive impressioni su Lancia Thema, grazie alla grande qualità percepita e al posizionamento prezzi particolarmente interessante: quando abbiamo visto un modello così in un salone Lancia?).

Le critiche a Marchionne legate alle attività italiane (dove il mercato sta andando letteralmente a rotoli) hanno la forza di una chiacchierata da Bar Sport, secondo AutoNews, e le critiche andrebbe invece indirizzate sulle vere debolezze di Fiat: Cina, Russia e – aggiungiamo noi – veicoli ibridi ed elettrici.

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8 commenti:

  1. non credo ai 'salvatori della patria' e tantomeno quando i risultati reali sono celati con artifici contabili/amministrativi. Se si conteggiassero le decine di migliaia di fiat/lancia/alfa che intasano i piazzzali di rivenditori 'a chilometro zero' e che non saranno mai vendute, a quanto ammonterebbe il vero risultato di bilancio della Fiat? Sarebbe in utile oppure in profondo rosso? Da ciò: chi sta 'pagando' l'immagine di marchionne???

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  2. Ciao Attilio,
    Ne desumo che hai dei problemi anche con Prandelli... :-)
    Ti chiedo: le vetture Km0 le ha inventate Marchionne? Quando è arrivato, nel 2004, non c'erano? Il crollo del mercato auto in Italia e dovuto alle politiche di Marchionne? O di qualcun altro.
    Né io, né - presumo - l'autore del pezzo originale pensiamo che Marchionne sia un deus ex machina. Diciamo solo che senza di lui, le cose sarebbero (molto probabilmente) andate peggio. Perché diciamo ciò? Perché abbiamo - assieme al Prof. Volpato - una certa esperienza nel mondo dell'auto.

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  3. senza marchionne al fiat venderebbe il doppio di auto in italia e gli operai starebbero molto più tranquilli circa il loro futuro

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  4. Caro Anonimo,
    Il tuo commento mi convince ancor di più che l'articolo sia azzeccatissimo (da parte di AutoNews): come nel caso dell'operato dei vari allenatori della nazionale, gli italiani sono convinti che Marchionne stia sbagliando, dimenticando il terribile periodo antecedente, e senza essere in grado di dare un minimo di consistenza alle critiche. ;-)

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  5. Senza Marchionne, e senza gli utili di CNH, Brasile e Polonia prima e di Chrysler ora, ...beh avremmo qlk milione di italiani che maledirebbero gli agnelli attribuendo loro (in parte giustamente) il fallimento di fiat e diverse decine di migliaia di disoccupati in più che per fortuna grazie agli utili d'oltre confine (che vorrebbero boicottare) invece il lavoro l'hanno ancora.
    Segnalo anche l'articolo di penati su Repubblica: http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=70859727
    Solo che Marchionne solleva reazioni appunto da "tifosi" e il tifo non è obbiettivo a prescindere.

    Mario Carossi

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  6. Ciao Mario,

    Che dire? Sono d'accordo con te (e con Penati) quasi al 100%, tranne per una cosa: gli italiani malediscono il presente, mai il passato, che - chissà perché - sembra sempre essere il periodo in cui si stava meglio (anche quando si stava peggio).

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  7. :) concordo: la maledizione vs gli agnelli sarebbe nel presente diciamo della linea temporale alternativa in cui Marchionne sarebbe, chessò, l'ad felice e riverito di un colosso bancario svizzero e la fiat, dopo una doppia dolorosissima ristrutturazione, fosse ridotta al solo sito di Melfi lasciato da GM ai cinesi, alla Ferrari comprata dagli indiani e al marchio Alfa Romeo acquisito da Vw...

    Mario Carossi

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  8. Il tutto dopo aver bloccato (se possibile più che nella situazione attuale...) vita politica, sociale e quant'altro per mesi e mesi, cercando di impedire tutto questo.

    No? ;-)

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